Lettera di un professore: Paolo Ceccarelli

giugno 13, 2007

Cari studenti (femmine e maschi) della FAF,

credo che abbiate ragione: l’Università non è né una scuola elementare in cui gli scolari devono stare zitti e buoni nei banchi, né un Istituto professionale che impartisce soprattutto nozioni tecniche. E’ una cosa diversa e più complessa: serve a formare la classe dirigente di un paese; ha il compito di contribuire a conservare e sviluppare la cultura di un popolo; è per eccellenza luogo di ricerca, dibattito e innovazione scientifica. Questo comporta un rapporto intellettuale molto ricco, intenso ed aperto tra studenti e docenti, in cui il confronto tra differenze di opinione e di esperienze deve avere il massimo spazio. Queste caratteristiche sono ancora più importanti in una scuola universitaria di architettura. Il mestiere dell’architetto e dell’urbanista è complesso e fatto di creatività, responsabilità civile, capacità di analisi e di anticipazione, razionalità e concretezza. Il “progetto” è fatto di queste cose e per questo motivo il nostro lavoro è così attraente. All’architetto e all’urbanista la società chiede tali doti; l’università ha il dovere di sviluppare e valorizzare in ciascuno di voi queste capacità e di fornirvi le competenze corrispondenti.

La nostra Facoltà sembra aver perso un po’ il senso di quali sono i suoi reali compiti istituzionali e anche lo slancio per rinnovarsi, rispondendo alle profonde trasformazioni in atto nella nostra società, pur dentro linee formative molto chiare e salde. Mi auguro che le attuali difficoltà costringano tutti a riflettere seriamente sulle questioni di fondo e non solo sugli aspetti puramente organizzativi e finanziari; questi ultimi non devono essere trascurati, ma non possono neppure diventare prevalenti. Quest necessario processo di rinnovamento non può essere realizzato che da tutti insieme: studenti, docenti e personale tecnico e amministrativo. L’Università di oggi è così: ce lo insegna quanto hanno fatto le più importanti nel mondo. Sono certo che così facendo le cose si raddrizzeranno e si aprirà una nuova fase di entusiasmo e sviluppo per la FAF.

A suo tempo ho avuto contrasti e incontri con gli studenti, in università diverse, in Italia e all’estero. I risultati sono sempre stati positivi. La Facoltà di Ferrara non sarebbe nata se non ci fossero stati i confronti – spesso molto duri e difficili da gestire, ma utili a capire questioni di fondo e ad imparare dai più giovani – con gli studenti del Politecnico di Milano nel ’68 e quelli dell’IUAV negli anni ’80. Viene però il momento in cui i “vecchi” devono fare un passo indietro e permettere ai più giovani di assumersi in pieno le responsabilità che competono loro. Non dimenticatevi che siete ritenuti maturi per votare, sposarvi, pagare le tasse e anche per essere mandati in guerra e magari venire ammazzati per il vostro paese. Possibile che siate immaturi solo nelle aule dell’ Università?

L’Università è un bene pubblico; un’ istituzione che guarda in avanti, non un luogo per dare potere e rendere felici gli anziani. Per questo mi sono tenuto volutamente fuori dalle vicende di questi giorni: non voglio aumentare la confusione esistente. Mi costa molto; ma vi prego di capire le mie ragioni.

Con affetto e stima,
Paolo Ceccarelli

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